Qual è lo spirito che anima il mondo delle Pro Loco? In che modo la dimensione del volontariato influisce sulle dinamiche della comunità?
Data la vastità dell’argomento, il libro “Volontari, persone da vivere” non pretende di essere esaustivo, ma si propone di tracciare qualche spunto attraverso il quale il lettore può sviluppare le proprie considerazioni al riguardo, magari dando un’interpretazione inedita a episodi e sensazioni vissuti direttamente nel contesto dell’associazionismo.
La pubblicazione, strutturata in modo piuttosto originale, è divisa in tre parti:
• Nella prima, personaggi reali e di fantasia si mescolano narrando in prima persona gli eventi che, nel 1881, portarono alla costituzione, a Pieve Tesino, della prima Pro Loco d’Italia. Agli eventi storici si legano la quotidianità e i pensieri dei protagonisti, che si avventureranno fuori dagli schemi a cui la vita li aveva vincolati per rincorrere lo sviluppo della comunità d’origine. Dubbi ed entusiasmo costellano il percorso attraverso il quale riusciranno a coinvolgere la propria gente, raggiungendo il traguardo di un miglioramento collettivo. Il passato, in queste righe, sollecita in chi legge un confronto con il presente, invitandolo a ricercare in una storia di altri tempi le ambizioni che, anche oggi, animano chi si impegna per il bene di tutti.
• Le pagine centrali, poi, dipingono con toni vivaci i ritratti dei tipici volontari delle Pro Loco. Il brontolone, il presidente e tanti altri sono descritti attraverso la visione che loro stessi forniscono del proprio ruolo all’interno dell’associazione: vengono a galla le insicurezze e gli aspetti in cui ognuno di noi può riconoscersi o, semplicemente, riconoscere i compagni di avventura.
“Il continuo confronto con gli altri stimola idee che ricadono sul mondo che ci circonda.”
• L’ultima parte dell’opera analizza le motivazioni personali e sociali che inducono i singoli ad aggregarsi in realtà volontaristiche. Le Pro Loco sono presentate come “un insieme di relazioni e atti spontanei”, laddove la spontaneità è interpretata come stato ideale in cui sveliamo la nostra vera essenza, libera da condizionamenti. Chi è parte di tutto questo è proiettato verso gli altri. Ne deriva un desiderio di condivisione che consente una piena immersione nella sfera sociale; abbandoniamo così il livello individuale, esaltato dalla società moderna, per riappropriarci dei valori che arricchiscono la collettività.
L’importanza delle associazioni risiede anche in questo: il continuo confronto con gli altri stimola idee che ricadono sul mondo che ci circonda. Inoltre, queste dinamiche inducono il confronto con noi stessi, permettendoci di riconoscere i nostri limiti e spingendoci a migliorare.
In un’epoca in cui i social media facilitano la nascita di rapporti fittizi, vivere in concreto situazioni di conflitto o di incontro determina una crescita e un contatto con la vita vera che, inaspettatamente, ci travolge e ci attrae a sé. Questo concetto assume profili profondi e personali nello spunto conclusivo che illustra come Pietro Pellizzaro, protagonista del romanzo, immaginò una nuova realtà per Pieve Tesino.
La sua mente, resa più libera dalle esperienze vissute in terra straniera, gli consentì di affrontare il ritorno a casa come un’occasione per ricongiungersi con se stesso e per continuare a sognare. Sogni destinati a sviluppare la propria terra e a rendere i compaesani attori consapevoli di una comunità: attori uniti, come accade anche oggi a chi anima le Pro Loco, dall’amore per la propria “casa” e dalla voglia di trasmetterlo.
Info: “Volontari, persone da vivere” (Grafiche Stile Editore, 2019), in vendita presso la Federazione Pro Loco (euro 10.00) e su Feltrinelli store on line (www.lafeltrinelli.it)
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