Sulle tracce della civetta

Eugenio ha una capacità: riesce a vedere l’invisibile. E’ così che è riuscito a conoscere un rapace notturno tra i più misteriosi: la civetta. Una passione che è diventata patrimonio di tutti grazie a un progetto per le scuole.

di Sonia Marconi

Forse lo avete notato anche voi: un conto è fare una camminata nella natura in pieno giorno, con luci, suoni e colori accentuati e tanti stimoli ad ogni passo, un’altra cosa è la stessa camminata fatta quando si fa sera.

Quando calano le tenebre i sensi si affinano e ogni situazione si trasforma in meraviglia: si presta più attenzione ai particolari, si ascolta ogni minimo suono e si impara ad aver pazienza, a lasciare che le cose accadano, senza forzare la mano. 

Per un uomo timido e schivo, ma con la sensibilità di un folletto del bosco, è il paradiso

E’ quello che è successo a Eugenio, che i boschi li conosce da sempre e che, proprio grazie al tempo che vi ha passato, ha iniziato a vedere cose minute e quasi invisibili. Come la vita segreta di un animale schivo come lui: la civetta. 

La civetta è un piccolo rapace notturno, poco considerato nel panorama faunistico, ma estremamente utile per l’equilibrio di una catena alimentare di cui l’uomo moderno ormai, si disinteressa. La civetta si ciba di micro-mammiferi e di coleotteri, terrebbe ben pulite le campagne; purtroppo, però, per la tipologia di colture e per il sistema di gestione delle stesse, la civetta non riesce a trovare spazi in cui nidificare: è una specie cavernicola, cerca nascondigli o anfratti per sentirsi al sicuro, come alberi cavi o muri a secco, che però ormai vengono smaltiti o sistemati diversamente. Si rischia pertanto che sparisca dalle nostre valli, e da soli poco si può fare per evitarlo.

“Ognuno è importante per la sua parte, e ognuno ha imparato qualcosa: osservare, rispettare, proteggere il territorio in cui viviamo.”

È proprio per evitare che questo accada che Eugenio decide di uscire dalla mera osservazione, per diventare parte attiva di un progetto che si è rivelato davvero speciale e coinvolgente. Memore della sensibilità delle Scuole De Gaspari, che già avevano proposto un percorso formativo alle alunne e agli alunni per agevolare la vita degli uccelli presso il parco della scuola, propone agli scolari di occuparsi anche della salvaguardia della nidificazione della civetta. 

Grazie alla sua passione e all’atteggiamento ricettivo di insegnanti e alunni, l’avventura ha inizio. 

E così, una persona come Eugenio, che si trova più a suo agio tra i sentieri che con la gente, si ritrova a parlare nelle classi delle caratteristiche della civetta, dell’importanza della sua tutela e della sua conservazione, della necessità di salvaguardare il territorio.

Trascinato dall’entusiasmo dei ragazzi, il suo progetto di sensibilizzazione, inizialmente piccolo, si trasforma in una vera e propria sfida, uno studio della biologia riproduttiva e della dieta dell’animale con tanto di raccolta ed elaborazione dei dati.

Si organizzano uscite sul territorio, si osserva, si collabora, si mescolano competenze della didattica non solo accrescendo il bagaglio cognitivo, ma anche trasmettendo un vero e puro seme di curiosità e di sapere, che evolverà per sempre. 

E ancora, gli alunni ormai appassionati, propongono di sensibilizzare i contadini della valle dell’Adige, affinché prestino poche ma importanti attenzioni ad alcuni dettagli, all’opportunità di produrre in maniera più sostenibile e alle potenzialità dell’inserimento della civetta nella catena riproduttiva.

È importante che capiscano quanto questo animale notturno possa essere determinante per combattere in modo naturale alcuni animali che disturbano le coltivazioni: si giunge così all’idea di produrre e offrire dei veri e propri nidi delle civette da installare nelle campagne. 

Le forze arrivano e si mescolano come attirate da una calamita, dall’entusiasmo di tutti; si trovano i fondi grazie alla Provincia Autonoma di Trento, in accordo col Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; si trova del buon legno che, grazie all’Associazione Circolo Tonini Amici del legno, viene tagliato e predisposto, si trovano sostenitori e collaboratori tra gli amici della Cooperativa Laboratorio Sociale e dell’Auser del Trentino. Grazie a tutti loro, le casette vengono assemblate, realizzate e proposte gratuitamente ai contadini sul territorio. 

Febbraio e marzo sono i mesi di nidificazione e le casette stanno piano piano facendo la loro apparizione nelle nostre campagne. Le bambine e i bambini della Scuola De Gasperi e tutto il gruppo dei volontari fautori della produzione sono in trepidante attesa, pronti a monitorare, fiduciosi di aver dato il loro contributo: anche se fosse solo a una o due coppie di civette, questo contributo alla loro proliferazione, sarebbe una soddisfazione immensa. 

È un piccolo miracolo, realizzato grazie alla grande sensibilità di un uomo che sa prestare attenzione, ma che sa pure coinvolgere, alla straordinaria disponibilità di un corpo insegnante e dei suoi alunni, alla volenterosa presenza delle ragazze e dei ragazzi della Cooperativa e la preziosa assistenza dei nonni dell’Auser.

Ognuno di questi protagonisti è importante e fondamentale per la sua parte, e ognuno ha imparato qualcosa: osservare, rispettare, proteggere il territorio in cui viviamo. Cose semplici, che potremmo fare tutti: ognuno infatti, come ci dimostra Eugenio, può fare la sua parte e qualora tu decida di essere presente, ne riceverai in cambio molto, ma molto più di quanto hai dato. 

Se, girando per le campagne, ti accorgi di una struttura in legno di larice, lunga circa un metro a sezione quadrata con lato di circa 22 cm, un po’ nascosta posizionata orizzontalmente, ora sai quanto bene contenga.