Un Guinness World Record con alle spalle uno scopo solidale per i più bisognosi: “Un caldo abbraccio – La sciarpa più lunga del mondo”
L’idea della Pro Loco di Lasino Lagolo, partita dal desiderio di occupare le proprie giornate durante il Lockdown, si è trasformata in poco tempo in un’avventura a ferri e uncinetto che ha coinvolto enti, associazioni, aziende e volontari da tutto il Trentino, ma anche dall’Italia. Con il record da battere di 16.943 metri, si lavora a maglia ma si recuperano anche lana da vecchi maglioni, berretti o coperte non più usati.
Alla fine dell’impresa, la Pro Loco intende infatti realizzare delle coperte che siano un “reale abbraccio” per chi ne ha bisogno disfando la lunghissima sciarpa. Solidarietà, riuso e record riassumono l’essenza di questa iniziativa, scopriamone di più con Irene Simonetti della Pro Loco di Lasino Lagolo.
Da dove è nata questa idea?
L’idea di costruire questa sciarpa è partita a marzo, durante il Lockdown: volendo coinvolgere un po’ la comunità in questo momento difficile, abbiamo pensato ad una sciarpa lavorata a ferri o uncinetto da dare in beneficenza. Poi quando ci hanno segnalato il record da battere, abbiamo deciso di provarci e siamo partiti inizialmente solo con il passa parola. Il suo fondamento solidale ha poi coinvolto tantissime persone, finora abbiamo già coinvolto oltre 350 persone che lavorano e che ci aiutano.
L’idea che stava a cuore a tutti era la possibilità di poter fare del bene in un momento difficile e donare dei reali “caldi abbracci”, da cui prende il nome il progetto, a chi ne ha bisogno. Una volta raggiunta la lunghezza e battuto il record, infatti la taglieremo a pezzetti e ne faremo delle coperte da regalare a persone bisognose in Trentino, ma anche in Italia e all’estero.
Per filare una sciarpa così lunga, c’è voluta tanta materia prima: la lana.
Sì, all’inizio eravamo proprio nel pieno periodo di chiusura e allora abbiamo fatto un riuso di tutto quello che avevamo in casa, disfando calzini, coperte, berretti, maglioni: di tutto! Poi per continuare a filare avevamo bisogno gomitoli: c’è stato un maglificio di Trento che è stato il primo ad aiutarci con delle donazioni.
Poi abbiamo coinvolto anche il vicino Veneto e abbiamo ricevuto dei refusi di lana, dei pezzi di maglia da disfare che avevano qualche buco o imperfezione.
Uno di quei maglifici veneti ci ha donato della lana che solitamente era destinata a delle signore che confezionavano delle cose per l’Ecuador e allora gliele daremo anche noi, il che porterà il nostro progetto appunto anche all’estero con coperte o qualsivoglia produzione.
A che lunghezza siete arrivati finora?
Noi attualmente a casa abbiamo all’incirca 5 chilometri. Nel nostro comune, una nota di plauso va al Circolo ricreativo culturale di Pergolese che si è preso in carico di filare un intero
chilometro, poi c’è molto impegno anche dal Circolo di San Donà e da quello di Trento che ogni 15/20 giorni ci portano 200/300 metri di pezzi di sciarpa.
Oltre alla collaborazione con molte associazioni a tutto il Trentino, ci sono anche persone singole che ci mandano pezzi da tutta Italia.
Ad esempio una signora da Cesena ci ha mandato dei pezzi dopo aver visto l’iniziativa al Giro d’Italia, così come hanno contribuito anche delle famiglie di Napoli che sono state qua in ferie in Valle dei Laghi quest’estate, ma abbiamo partecipanti anche da Firenze, Bologna, Torino.
A Pavia durante il Lockdown c’era un gruppo che faceva base ad un’edicola aperta e che gli riforniva la lana. Per raggiungere la fine però adesso abbiamo bisogno di lana, di cose da disfare e anche di persone che ci vogliono aiutare. Tutti possono aiutarci contattando la Pro Loco Lasino Lagolo.
Può partecipare davvero chiunque: a chi volesse lavorare possiamo fornire la lana e anche i ferri, ma anche chi non fosse capace di fare a maglia può darci una grande mano disfando maglioni e coperte.
Un’iniziativa che riprende un’usanza della tradizione: fare a maglia
Un altro bell’aspetto di questa iniziative è che durante il lockdown certe nonne o anche bisnonne si mettevano a lavorare a maglia con le nipotine e i nipotini. “Nonna insegnami a lavorare a ferri”: è stata anche una riscoperta di un lavoro che non è più così diffuso al giorno d’oggi.
Anche molti mariti hanno partecipato al fianco delle proprie mogli, disfando vecchi maglioni, raggomitolando i fili e slegando i nodi. Abbiamo creato un gruppo su Whatsapp dove ci mandano le foto e la nostra intenzione è di riunirle in un album o un libro di fotografie che racchiuda la creazione della sciarpa da quando è iniziata, man mano la sua realizzazione e chi ha contribuito.
Ci ha scaldato il cuore ricevere dalle famiglie che durante questi periodi difficili avevano famigliari con disabilità costretti a rinunciare alle loro attività di recupero e di svago dei centri ricreativi, che ci hanno ringraziato dicendo che grazie a questo progetto si sono entusiasmate in una bella attività e non hanno sofferto il dover stare chiusi a casa.
La solidarietà è stata la chiave del successo dell’iniziativa
Quello che ci appassiona e ci entusiasma ad andare avanti è proprio la solidarietà, il riuso e poi alla fine sarebbe anche una bella nota se riuscissimo a battere il record, è che poi questa cosa non verrà sprecata, ma verrà data a chi ne ha bisogno, le confezioneremo ben volentieri a chiunque ce le richieda.
La Pro Loco di Lasino Lagolo, guidata da Ivo Chistè, è partita da un “proviamo e vediamo” e con un semplice passaparola in pochi mesi è riuscita ad attirare un grande interesse. Poi si sono incuriosite anche le tv locali e sono arrivati fino al Giro d’Italia.
Si sa, quando una cosa è fatta con il cuore raggiunge tanti altri cuori e “un caldo abbraccio” della Pro Loco di Lasino ne è un esempio lampante.
Un’iniziativa vincente, che vuole fare del bene a tutti i suoi partecipanti: a chi fila spolverando un vecchio passatempo, a chi impara a lavorare con i ferri contribuendo a tenere in vita un’attività tradizionale, ma soprattutto a chi riceverà un caldo pensiero di lana in questo momento difficile. Il tutto entrando nel Guinness World Record.
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