Pro Loco Pro World è l’ultimo progetto della Pro Loco Monte Bondone. Un’idea semplice ma impegnativa per valorizzare il territorio e le persone.
Nello scorso mese di ottobre la Pro Loco Monte Bondone si è fatta promotrice di un importante progetto che ha portato a una proficua sinergia tra valorizzazione territoriale e integrazione sociale.
Pro Loco Pro World, questo il nome dell’iniziativa, ha visto un gruppo di circa 15 richiedenti asilo coinvolti per un mese in attività di ripristino ambientale di un’ampia area del Monte Bondone. Supervisionati dai tutor, soci della Pro Loco che hanno seguito quotidianamente la squadra e coordinato il lavoro, i ragazzi hanno lavorato per un totale di mille ore, in modo gratuito. L’iniziativa ha suscitato grande interesse da parte dei media: dopo la conferenza stampa organizzata in Federazione, molti sono i stati i servizi dedicati al progetto dalle TV e dalla stampa locale.
Anche noi siamo andati a vedere quello che stava accadendo sul Monte Bondone. Qui, presso le ex caserme austrungariche delle Viotte, da tutta l’estate alloggiano 15 famiglie di richiedenti asilo provenienti da Ghana, Mali, Niger e Somalia. Ed è qui che ci accolgono Sergio Costa, presidente della Pro Loco, e Alberto Barbieri, il coordinatore del progetto.
Partiamo dall’inizio. Il perché di questo progetto ce lo spiega Sergio Costa: “Il progetto è nato in modo molto semplice: da una parte c’è il nostro Monte Bondone, che soffre da tempo di degrado in ampie aree, pur essendo un territorio turistico, e necessita quindi di interventi. Dall’altra, c’è un gruppo di migranti ospitati da mesi presso le ex caserme austrungariche delle Viotte, desiderosi di darsi da fare e essere occupati in qualche attività.” Da qui l’idea di unire i due bisogni: dare la possibilità ai richiedenti asilo di rendersi utili, e portare benefici visibili all’ambiente.
Dopo l’idea, c’è il necessario confronto con la realtà perchè occupare queste persone in attività volontarie implica l’attivazione di un gran numero di soggetti necessariamente coinvolti: Cinformi, Croce Rossa Italiana, Consorzio Lavoro Ambiente (CLA), ATAS onlus le principali. Ostacolo che potrebbe sembrare insormontabile, ma che non ha fermato la Pro Loco. “Ci siamo subito attivati confrontandoci con questi enti e fortunatamente tutti si sono resi immediatamente disponibili ad aiutarci. Grazie alla loro collaborazione, siamo potuti partire in tempi rapidissimi” ci spiega con soddisfazione Alberto Barbieri.
Quando incontriamo i rappresentanti della Pro Loco, il progetto è al suo ultimo giorno. Possiamo quindi già fare un bilancio dell’iniziativa. Gli organizzatori ci confermano che i risultati sono più che soddisfacenti: moltissimi sentieri puliti, il sottopasso delle Rocce rosse imbiancato, le vecchie voliere delle caserme ripristinate, gli arbusti sul ciglio della strada principale sfalciati e rimossi. Soddisfazione che non è solo della Pro Loco, ma anche dei 15 ragazzi coinvolti: Samuel, 28 anni, originario del Ghana, ci dice in inglese “Questo progetto è molto bello. Per noi è un piacere aiutare la comunità che ci sta aiutando e che ci dà sicurezza. Vogliamo fare anche noi qualcosa per questo paese che sta facendo tanto per noi.” Ma la ricaduta positiva di questo progetto, per i 15 ragazzi, è anche molto più concreta: “Il progetto ci ha permesso di imparare un po’ di italiano e di capire come funziona qui il lavoro. E’ per noi una bellissima opportunità.” Dopo un mese di lavoro gomito a gomito, tra i ragazzi e i tutor si è creato un rapporto di reciproca fiducia, e forse la gratificazione che i tutor della Pro Loco evidenziano è dovuta non solo dalle migliorie ambientali realizzate, ma anche dall’emozione di aver vissuto un’esperienza così significativa.
La Pro Loco ha innescato, quindi, un meccanismo virtuoso che è riuscito a portare benefici da entrambe le parti. Il valore di questa iniziativa è stato riconosciuto dall’amministrazione comunale, intervenuta in gran numero alla conferenza stampa presso la Federazione Pro Loco: la Presidente del Consiglio comunale Lucia Coppola, in particolare, ha lodato questo progetto che “realizza concretamente una vera integrazione, che non è solo accoglienza ma che dà anche dignità ai richiedenti asilo. Questa è la modalità migliore per attuare un piano di integrazione davvero efficace.”
Il nome Pro Loco Pro World spiega bene anche il significato intrinseco di questo progetto: far sì che la Pro Loco passi da un interesse esclusivamente locale ad un interesse allargato verso il mondo. Un passo molto importante, che se esula da quelli che sono gli scopi primari per cui solitamente opera una Pro Loco, riesce nondimeno a proporre un modo nuovo, alternativo e anche rivoluzionario di vedere la Pro Loco che può diventare una linfa ricca di nuove idee. Spinta all’innovazione riconosciuta, di nuovo, dall’amministrazione comunale, che per voce dell’assessore Roberto Stanchina ha dichiarato, che “con progetti come questi, le Pro Loco danno dimostrazione di essere in grado di passare dall’interesse solo locale a un interesse globale”.
Superare gli schemi e uscire dalle rotte già battute, non avere paura di fare qualcosa di diverso e che può apparire “strano”, adottare un’attitudine decisa e in qualche modo “imprenditoriale” nell’affrontare un progetto: ci sembrano questi in conclusione gli spunti che scaturiscono da questa esperienza e che possono essere interessante contributo per la crescita della realtà delle Pro Loco trentine.
Lascia un commento