monte bondone

Pro Loco Monte Bondone e Muse insieme per l’Ice Age Europe Day

Far rivivere uno spaccato della vita dei nostri antenati ai tempi glaciali: questa l’idea dell’evento Ice Day, svolto sul Monte Bondone nell’ambito dell’iniziativa europea Ice Age Europe Day dedicata ai musei di scienze naturali.

Uno degli obiettivi primari che la Pro Loco Monte Bondone si è prefissata dal momento della sua recente costituzione, è il tentativo di promuovere il recupero e la ristrutturazione di un’identità culturale e territoriale sul Monte Bondone che risponda alle esigenze del mondo contemporaneo nel rispetto della natura, della memoria e delle tradizioni. È in quest’ottica che, grazie alla disponibilità degli esperti del Muse, il Direttivo ha avviato da subito una intensa e proficua collaborazione con il Giardino Botanico delle Viote (sede territoriale distaccata del Muse), lavorando insieme a progetti di promozione del territorio. Nasce da queste premesse la partecipazione alla progettazione congiunta dell’Ice Age Europe Day 2018 promossa dal Muse nell’ambito di Ice Age Europe – un network europeo che collega tra loro 20 tra musei, siti archeologici, centri di ricerca e associazioni europei con l’obiettivo comune di divulgare tematiche legate all’era glaciale.

Vi siete mai chiesti come e dove vivevano i cacciatori paleolitici? Da dove arrivavano e cosa mangiavano? Queste – e molte altre domande – hanno trovato risposta alle Viote del Monte Bondone, giornata trascorsa all’aria aperta, dedicata alla preistoria e pensata per far appassionare e divertire tutta la famiglia con approfondimenti specifici sul periodo della Pietra Antica.

Il programma ha avuto inizio al mattino con un’escursione sull’anello della Piana delle Viote guidata da esperti geologi e archeologi, che hanno spiegato come leggere le informazioni suggerite dal paesaggio per ricercare i segni lasciati dalle antiche genti che – oltre 10 mila anni fa – frequentavano le praterie alpine del Bondone.

ice age day

La Proloco si è occupata di allestire un accampamento in stile paleolitico dotato di bivacco e ripari costruiti con materiali naturali recuperati nel bosco circostante, dove i più temerari, per pranzo hanno potuto assaporare le antiche prelibatezze di un vero pasto paleolitico, ispirato alle pietanze tipiche delle popolazioni che vivevano di caccia e raccolta dei prodotti spontanei della terra, preparato e servito dai volontari della Proloco.

Durante tutta la giornata inoltre sono stati proposti, dagli esperti del Muse, laboratori artistici a tema preistorico, racconti, dimostrazioni di scheggiatura della selce, tatuaggi preistorici e la possibilità dell’osservazione astronomica diurna del cielo, oltre ad una frequentatissima postazione di tiro con l’arco sportivo. Momenti che hanno accolto nella meravigliosa cornice della Terrazza delle Stelle le numerose famiglie partecipanti in una splendida giornata di cielo terso e sole splendente.
Nel pomeriggio a conclusione dell’evento si è tenuta una visita guidata a tema al Giardino Botanico Alpino, sulle erbe spontanee commestibili presenti in ambiente alpino.

I ritrovamenti preistorici alle Viote del Monte Bondone
La conca delle Viote, sul Monte Bondone, era frequentata già migliaia di anni fa, in epoca glaciale, da popolazioni di cacciatori-raccoglitori che si addentravano nella zona alpina durante i periodi dal clima più mite.
Le testimonianze più antiche sono attribuite all’Uomo di Neandertal, ominide estintosi circa 40 mila anni fa.
Tracce degli accampamenti dei primi gruppi di Homo sapiens, che si spinsero sulle montagne alpine al termine delle glaciazioni, sono state trovate attorno alla torbiera, a 1.570 m di quota. Il sito fu scoperto alla fine degli anni 70 e fu oggetto di alcune campagne di scavo da parte dell’allora Museo Tridentino di Scienze Naturali. La documentazione archeologica del sito è costituita essenzialmente da manufatti in selce scheggiata, di colore rosso e di origine locale: grattatoi e bulini destinati al trattamento delle pelli, manufatti in selce di piccole dimensioni (armature) impiegati nella composizione delle frecce.
Lungo i crinali che portano verso le Tre Cime, sono stati recuperati anche numerosi reperti ceramici e in selce scheggiata che suggeriscono la presenza di capanne, recinti o posti di controllo utilizzati dai pastori della Tarda età del Bronzo e della prima età del Ferro per le loro greggi.