Da un toponimo misterioso a un intreccio di storie che va dal Trentino fino ai Balcani: la Pro Loco Castellano Cei riporta alla luce la storia dei prigionieri serbi della 1° Guerra Mondiale
Cosa racchiude il nome di una località?
Raramente conosciamo la storia che ci sta dietro. Per farlo dobbiamo cercare e raccogliere le tracce nei libri, sul territorio o nei ricordi delle persone. Questo hanno fatto la Pro Loco di Castellano Cei e ilsuo Laboratorio di Ricerca Storica Don Zanolli di Castellano.
Sono partiti dalla curiosità per due toponimi presenti a Castellano, il “senter dei serbi” e località “Zimitèri dei serbi” presso passo Bordala e hanno cercato le risposte.

A Castellano Cei durante la Prima Guerra Mondiale, nel 1916, erano presenti circa 500 prigionieri dell’esercito serbo, impiegati per lo più nella costruzione delle strade e di supporto all’approvvigionamento. Erano tenuti presso il Castello di Castellano, altri presso la scuola: stenti, fame e soprusi portarono molti di loro alla morte, come testimoniano le tombe di prigionieri serbi ancora conservate nel cimitero del paese. Nei ricordi di chi ha sentito raccontare queste vicende dai nonni o dai genitori, non sono rimasti tanto i nomi e i volti dei prigionieri serbi, quanto i piccoli gesti del loro rapporto con i paesani.
All’inizio timori e pregiudizi ma successivamente tanti slanci di umanità, condividendo il poco che avevano, cibo o vestiti che fossero.
Le ricerche del Laboratorio di Ricerca Storica Don Zanolli hanno dato i loro frutti nel 2022 nella manifestazione Dai Balcani al Trentino. In quell’occasione è stata inaugurata un’esposizione con alcune tracce della vita dei prigionieri serbi, le loro fotografie, i poveri oggetti nelle loro borse.
I luoghi che hanno visto la presenza di questi prigionieri sono stati rivissuti con alcuni gesti fortemente simbolici, con la deposizione di una croce il Cimitero e la posa di una targa commemorativa presso la Cappella dei Caduti.
Nel 2023 il progetto ha avuto una cassa di risonanza ancora maggiore, ampliando il suo raggio d’azione al di fuori di Castellano. A fine aprile 2023 la mostra dedicata ai prigionieri serbi è stata portata a Trieste, nelle sale espositive del Tempio serbo-ortodosso alla presenza di numerose autorità civili e religiose.

Una storia affascinante e quasi dimenticata, che dopo tanti anni sopravviveva solo nei due toponimi che hanno fatto scattare la scintilla ai volontari della Pro Loco. Grazie a questo lavoro, il ricordo di tante persone è stato riportato alla luce, dando dignità e memoria alle vite di tanti uomini.
Il valore di questo grande sforzo però ricade anche nel presente: ha infatti posto le basi per un rapporto di stima e collaborazione con le autorità serbe, che hanno raccolto con commozione e apprezzamento quanto fatto dalla Pro Loco.
Ma accende qualcosa anche per chi oggi vive a Castellano. Lo fa attraverso il racconto preziosi esempi di inclusione e umanità che vedono protagonisti i propri avi, verso gente che non parlava nemmeno la stessa lingua. E facendoci pensare a cosa sia davvero “nostro” del nostro paese: un luogo che ci è stato consegnato, e che non è prerogativa di chi lo ha vissuto da sempre, che si compone di una stratificazione di storie, significati, facce, lingue e desideri che vanno accolti, rispettati, integrati nel nostro vivere.
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