Le erbe dei miei Altipiani

Una passione che si sta trasformando in un progetto di rilancio dell’agricoltura: così Gloria sta facendo fiorire il patrimonio di conoscenze tramandate del nonno.

di Graziella Bernardini

Cosa c’è di meglio che stare comodi in poltrona, con un buon libro, il tepore domestico ed una calda tisana in tazza da sorseggiare adagio, adagio? Pare un quadretto di fine Ottocento, magari potremmo aggiungerci un caminetto con una bella fiamma che arde grossi ceppi: è relax allo stato puro.

Ma oltre a questo c’è l’emozione che ti suscita quella tazza, con quella calda tisana, perché sai che le erbe che contiene sono della tua terra: è la tua terra a comunicarti queste sensazioni, questo calore di casa. Non solo di un’accogliente dimora, ma di una casa ancora più grande, che contiene un passato e ti propone un futuro: la tua terra, i tuoi Altipiani, gli Altipiani Cimbri.

Così le sensazioni si moltiplicano: non solo gli aspetti olfattivi, relativi ai profumi delle erbe che salgono da quella tazza, non solo il gusto, stimolato dagli aromi che sanno di malghe, di prati e di bosco, ma è il pensiero e l’immaginazione che si concretizza e trova la sua sintesi proprio in quella tazza.

Ritornano alla mente i prati che cambiano colore a seconda dei mesi: ad aprile quando predomina il giallo del tarassaco, a maggio quando il bianco dell’achillea la fa da padrone, e così ogni mese…le sue erbe e le sue bacche, i suoi colori…

“…nelle mie azioni c’è sempre l’eco della voce di mio nonno che mi raccontava, che mi mostrava piccole “astuzie” e che mi faceva riconoscere le piante.

Insieme all’elogio della tazza e alla calda e profumata tisana in essa contenuta, emerge un aspetto, molto concreto del “come” comunicare agli altri queste emozioni. Come i colori di questi prati possano trasformarsi in un progetto per le donne degli Altipiani Cimbri.

A questo proposito significativa è la testimonianza di Gloria, una giovane donna, che abita nella frazione di Lavarone – Masi di Sotto. Gloria ha frequentato la Scuola Agraria di San Michele ed è proprio lì che, insieme agli studi, ed anche grazie a questi, ha cominciato a coltivare un sogno: quello di diventare imprenditrice e di coinvolgere, in questa avventura, anche altre donne, valorizzando così il territorio e le capacità femminili.

Nella chiacchierata che abbiamo fatto pochi giorni fa, alla domanda: “Che cosa ti ha spinto ad intraprendere questa strada?” è emerso tutto un mondo fatto di riscatto sociale, di amore per il piccolo ambiente in cui vive, ma ricco di biodiversità, la responsabilità di tutelare il territorio e la voglia di costruirsi un futuro con le proprie mani.

“Dalle esperienze scolastiche ho appreso alcune tecniche sia per la raccolta delle erbe spontanee sia per la coltivazione. Soprattutto nelle mie azioni c’è sempre l’eco della voce di mio nonno che mi raccontava, che mi mostrava piccole “astuzie” e che mi faceva riconoscere le piante. Oggi è l’innovazione che voglio portare avanti, ma con un legame forte alla famiglia ed agli insegnamenti che da essa ho ricevuto: si tratta di un “passaggio” di esperienze che diventano vive e superano il mero significato di conoscenza”.

“Qual è il tuo sogno?” “Ho già cominciato a praticare questo sogno coltivando erbe aromatiche ed officinali, preparando tisane ed anche mi sono cimentata nella cosmesi. E’ tutto ancora a livello sperimentale. Vorrei creare un mio laboratorio, ma pur avendo pronto il progetto e il luogo in cui realizzarlo, ho trovato diversi ostacoli burocratici, ma la caparbietà avrà la meglio”.

L’idea e la progettualità di Gloria hanno coinvolto altre donne e sugli Altipiani Cimbri c’è un bel fermento che potrebbe sfociare in un’impresa al femminile. Vi terremo aggiornati…