In alcune notti d’inverno il paese di Santa Massenza resta sveglio: notti di odore acre per le strade, di fuochi che illuminano le cantine, di suoni soffusi e di vapori nell’aria. Sono le notti della distillazione, quelle in cui, da sempre, si accendono gli alambicchi per trasformare la vinaccia in grappa.
In questo piccolo borgo, culla delle grappe del Trentino, la distillazione è infatti affare secolare: la si pratica dal Cinquecento, quando qui sorgeva l’unica azienda agricola autorizzata alla produzione di acquavite del Principato vescovile di Trento; da questa, nel Settecento, partì la spinta per i primi alambicchi privati per la produzione di spiriti a livello familiare, tradizione che si sviluppò a tal punto che nel Novecento, con ben 13 distillerie, Santa Massenza divenne il maggior produttore in Italia in relazione al numero di abitanti. Ancora oggi a Santa Massenza la grappa custodisce l’essenza di una filosofia contadina e artigianale: una vocazione che è incarnata da cinque distillerie a conduzione familiare che producono poche rinomate grappe conosciute in tutto il mondo seguendo ancora ricette e tecniche degli avi, e da un evento che ogni anno attira migliaia di curiosi da tutta Italia.
La “cotta di 24 ore”
L’evento è la Notte degli Alambicchi accesi, uno spettacolo itinerante tra le distillerie, quest’anno in programma il 6, 7 ed 8 dicembre. Lo spettacolo rievoca, in modo fantasioso, il rito della “cotta di 24 ore”, uno speciale permesso di distillazione in vigore in dai tempi dell’Impero austroungarico e tuttora esistente (anche oggi la produzione di grappe è regolamentata da una specifica normativa) che conferiva ai produttori la facoltà di distillare per 24 ore consecutive. Per sfruttare pienamente il tempo a disposizione, i distillatori lavoravano per l’intera notte, dando vita, nelle fasi di minor lavoro, a momenti di festa che coinvolgevano tutti i produttori del paese. Una volta esaurite le vinacce, a fine novembre, i viticoltori si riunivano per una grande festa coronata dagli assaggi delle produzioni di ognuno.
La distillazione “a bagnomaria”
Il periodo in cui ci si dedica alla distillazione a Santa Massenza è molto ristretto, e va da settembre, quando termina la vendemmia, a novembre inoltrato: questo perché qui si usa ancora la tradizionale distillazione “a bagnomaria”, un’arte centenaria che prevede l’utilizzo solo di vinaccia ancora fresca, una tecnica che produce quantitativi molto limitati, ma che permette di ottenere una grappa con armonie e profumi irraggiungibili dalle produzioni industriali. Quello che viene proposto oggi in occasione dell’evento è un percorso guidato da un gruppo di attori che accompagna i visitatori in originali visite alle cinque distillerie del paese: la grappa, “bevanda dello spirito”, diventa la scintilla per accendere racconti fantasiosi e onirici, in cui pièce teatrali si intrecciano con racconti dalla viva voce dei mastri distillatori.
Dalla vinaccia alla grappa
Un viaggio nella storia e nell’arte della distillazione, che permette di avvicinarsi a strumenti, tecniche, significati simbolici della sublimazione della vinaccia, e allo stesso tempo un excursus tra le varietà delle grappe trentine, proposte in assaggio ad ogni tappa; tra queste, spiccano la grappa di Nosiola, prodotta quasi esclusivamente a Santa Massenza, e quella di Vino Santo, rinomata perché ottenuta dalle vinacce degli acini di Nosiola lasciati NOTTE appassire fino a primavera.
Vite di Luce
Intorno alla Notte degli Alambicchi accesi la Pro Loco di Santa Massenza, in collaborazione con il Consorzio Pro Loco Valle dei Laghi ha da alcuni anni cucito l’evento Vite di Luce, (i primi 4 weekend di dicembre), un mercatino di Natale che veste il caratteristico abitato antico di un’atmosfera natalizia genuina e semplice, con i begli avvolti in pietra del paese animati di spettacoli, enogastronomia e piccole creazioni artigianali. Da non perdere anche le visite guidate alla storica Centrale idroelettrica presente in paese (ingresso ridotto per i soci UNPLI).
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