A fine settembre, la Pro Loco di Giovo ha dato il benvenuto all’autunno con la 64° edizione della Festa dell’Uva. In un’intervista, la presidente Marina Erler ci ha parlato di impegno, di entusiasmo e di collaborazione, trasmettendoci tutto l’intreccio di emozioni vissute durante questa festa molto coinvolgente.
Dopo lo stop di un anno a causa della pandemia, com’è stato ritrovarsi tutti insieme?
È difficile descrivere com’è stato ritrovarsi tutti assieme, bellissimo sarebbe quasi riduttivo! Dopo un anno di pandemia e di difficoltà nei rapporti sociali ricongiungersi è stato magnifico. La voglia di riunirsi era ed è moltissima, abbiamo parlato molto sulle difficoltà che avremo incontrato ma abbiamo voluto crederci, abbiamo unito le nostre forze e cosa fondamentale abbiamo avuto un appoggio favoloso da parte della comunità e dei volontari. Tutto ciò ci ha permesso di organizzare la 64° Festa dell’Uva in sicurezza. È stata una sorta di “ritorno alla normalità” e ci piace pensare che possa servire da spunto per capire che se si vuole, se ci si mette l’impegno e se si è circondati delle persone giuste il volontariato può continuare nonostante il delicato momento che stiamo attraversando.
Per te è anche la prima festa da quando sei presidente. Che emozioni hai provato?
Le emozioni sono state moltissime, ci sono stati momenti di gioia, di preoccupazione, di divertimento, di confusione…potrei continuare per ore, le emozioni sono davvero moltissime! Fin da quando ero una bambina ho vissuto a pieno la Festa dell’Uva partendo dai carri allegorici, passando all’organizzazione di uno stand enogastronomico fino ad arrivare al mio ruolo nel direttivo. Solo questo genera in me un’emozione non da poco! Devo sottolineare che mi sento davvero fortunata perché sono affiancata da un direttivo che stimo e ammiro davvero moltissimo, ed è anche grazie a loro se sono riuscita a gestire questo nuovo ruolo.
Qual è la strada per il successo di questo grande evento?
Il successo sta nella forza del volontariato che si crea in questa manifestazione. Il clima di rispetto, aggregazione e collaborazione che si forma durante la Festa dell’Uva è la cosa più importante. È grazie a questo che la Festa dell’Uva è arrivata a compiere 64 anni con oltre 300 volontari.
“Il successo sta nella forza del volontariato che si crea in questa manifestazione.”
Sono tanti gli eventi organizzati per questa occasione, dall’enogastronomia alle mostre, dai laboratori alla sfilata dei carri allegorici…Quale evento ti è piaciuto di più?
Non c’è un evento che mi è piaciuto più degli altri, ogni evento rispecchia il gruppo di volontari che l’hanno organizzato ed è questa la cosa più bella.
E il tuo carro preferito?
La sfilata dei carri allegorici è la parte che più contraddistingue la Festa dell’Uva, la domenica il paese si sveglia all’alba e si percepisce la frenesia della giornata in ogni angolo. Quest’anno ho vissuto la sfilata con uno spirito diverso, ero emozionata come se a sfilare fossi io. Questo è il motivo per cui noi membri del direttivo non potremo essere mai parte della giuria, per noi vincerebbero tutti.
Ci sono state o ci saranno delle novità nel programma?
Ci sono state diverse novità, dalla conformazione della festa all’interno del paese ad eventi nuovi inseriti nel programma. Ogni anno riusciamo a rinnovare qualcosa all’interno della manifestazione perché la Festa dell’Uva non è solo quei tre favolosi giorni di settembre ma dura tutto l’anno. Ogni anno i volontari portano nuovi progetti pensati durante i mesi, quindi sicuramente si, ci saranno novità anche l’anno prossimo!
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