Nasce sugli Altipiani Cimbri la prima Comunità Slow Food
di Graziella Bernardini – Centopaesi 2019.3
Come nasce una comunità slow food? Il tutto ha origine dalla ripresa della coltivazione del “Porro di Nosellari”, promossa dalla Pro Loco Nosellari-Oltresommo, circa un anno fa.
Affinchè il progetto della coltivazione del porro partisse con “il piede giusto” e con un costante monitoraggio, è stato richiesto l’aiuto e il supporto di Slow Food.
Ben presto dai numerosi incontri con la Condotta Slow Food della Vallagarina Alto Garda e il suo portavoce Tommaso Martini e con Sergio Valentini, portavoce di Slow Food Trentino Alto Adige, è emerso che il porro di Nosellari è sì eccellenza del territorio, ma soprattutto è diventato pretesto per parlare di agricoltura di montagna, per parlare di altre eccellenze enogastronomiche delle nostre Alpi, per parlare di turismo sostenibile, per parlare di spopolamento della montagna. In una parola per riportare la montagna al centro.
Parlando della coltivazione del porro e di come questa potesse rifiorire a Nosellari, si è innescata una riflessione su quello che è e che può significare l’agricoltura di montagna cercando di assumere una prospettiva più possibile ampia e completa. In quest’ottica, abbiamo iniziato a ragionare su quanto sia importante, per andare avanti, il saper guardare indietro, alle tradizioni e alle colture locali, e saper ritrovare le proprie radici; ci siamo interrogati sugli effetti positivi che l’agricoltura di montagna può avere anche sul turismo, ma non solo, anche sull’occupazione, quindi, anche sull’economia del territorio.
Inoltre dalla collaborazione con Slow Food si è rinforzata la consapevolezza del forte bisogno che il nostro territorio sia difeso e valorizzato perché continui a crescere. Un territorio che, per noi, è in primo luogo una comunità.
Ma nel concreto, cos’è e cosa vuol dire essere “comunità”?
Noi la intendiamo come un’alleanza fra persone, che ricoprono ruoli diversi all’interno del microcosmo locale: dal cittadino sensibile alle istanze ambientali, all’agricoltore e all’allevatore, al commerciante e all’albergatore e ristoratore, tutte persone che guardano da punti di vista diversi il nostro territorio, ma che sono accomunati da una filosofia di vita e da un modo di essere responsabile, che è capace di ridare dignità e valore al territorio degli Altipiani Cimbri.
E’ stato dopo queste riflessioni e da questi auspici che, il 18 aprile 2019, è nata la nostro Comuinità Slow Food, prima presente in Trentino. Presentata ufficialmente al territorio il 24 giugno scorso, la “Comunità Slow Food per lo sviluppo agroculturale degli Altipiani Cimbri”, questo il nome completo, ci ha visto il primo luogo discutere, condividere e firmare un impegno, dal forte valore etico, siglato tra un gruppo di persone che territorialmente rappresentano gli Altipiani Cimbri (territorio che va da Mezzomonte a Folgaria, da San Sebastiano a Nosellari da Lavarone a Luserna). Si tratta di persone che vengono da esperienze diverse e che agiscono in modo diverso sul territorio, ma tutte unite nel comune obiettivo della salvaguardia dell’ambiente, per la difesa della biodiversità, per una cultura del cibo buono, di un ambiente pulito e aperto a tutti, in linea con i principi contenuti nel Manifesto di Chendu del 2017.
Questo primo nucleo di Comunità desidera allargarsi, desidera che altri entrino a farne parte e che condividano questi principi e queste finalità. Nella denominazione della Comunità c’è l’espressione “agroculturale” a significare come il “ritorno alla terra” e una cultura del territorio siano i due elementi fondamentali per la crescita degli Altipiani Cimbri.
Ci possiamo vantare di essere la prima Comunità Slow Food costituitasi nel Trentino Alto Adige, il che ci riempie, da una parte di orgoglio, ma dall’altra, rende ancora più forte l’impegno e il senso di responsabilità che questa scelta comporta, quello cioè di essere degli “apripista” di una nuovo atteggiamento e di una nuova cultura del territorio. Che potremmo sintetizzare così: una cultura che non mette al centro solo l’interesse economico e l’individuo da solo, ignorando tutto quello che sta intorno, ma che coglie l’interdipendenza delle cose, dei fatti e delle persone, e sa guardare oltre l’interesse immediato trovando nella collaborazione e cooperazione tra varie forze ed enti che si muovono su di un territorio, un punto di forza e di appoggio per il raggiungimento di un benessere generale.
L’augurio che mi faccio e che faccio a tutti i membri che per primi, coraggiosamente, hanno aderito a questo impegno è quello di essere esemplari al fine di incentivare un risveglio generale della Comunità nella scelta di comportamenti sostenibili. E che poi questo esempio sia da stimolo anche per altri che, guardandoci da vicino o lontano in Trentino, scelgano di fare propria questa cultura.
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