La tradizione del Rogo della Vecia di Lodrone

Comunità attorno al fuoco. Il Rogo della Vecia di Lodrone

Torna anche quest’anno a Lodrone, giovedì 16 marzo, il Rogo della Vecia. Un rito antichissimo ma ancora molto sentito, che segna il passaggio tra l’inverno e la primavera

Tradizioni senza tempo spezzano, a Lodrone di Storo, i lunghi giorni tra le Ceneri e il Sabato Santo.

La sera del giovedì di metà Quaresima, il fuoco di un grande rogo illumina il paese.

Attorno alle fiamme crepitanti, un anello di danzatori si muove al ritmo dell’antico ballo dell’Ariosa.

Anche quest’anno, giovedì 16 marzo, la Vecia è stata bruciata.

Antichi roghi di primavera

Il Rogo della Vecia è una tradizione antichissima, proveniente dal Bresciano. La Vecia rappresenta l’inverno, che si brucia per far posto alla primavera e alla stagione della semina.  

Un messaggio di rinascita portato per le vie del paese dal fantoccio della Vecia caricato su un carretto e trainato a mano fino al rogo finale. Questo, da sempre, è il cuore del rito, che, solo negli ultimi trent’anni è stato arricchito dalla festa a base di polenta carbonera e verza.

Lodrone è l’unico luogo in Trentino dove la tradizione assume queste forme e dove si fa il conteggio dei giorni, in modo che la data del Rogo della Vecia coincida precisamente con metà Quaresima.

“Il Rogo della Vecia è una tradizione antichissima, proveniente dal Bresciano. La Vecia rappresenta l’inverno, che si brucia per far posto alla primavera e alla stagione della semina.”

Il Rogo della Vecia oggi

La tradizione al giorno d’oggi è un gioco di squadra capitanato dalla Pro Loco di Lodrone in collaborazione con l’Oratorio e con i tanti volontari del paese.

Protagonista indiscusso dei preparativi è il fantoccio della Vecia con il suo carro. C’è chi realizza la testa in gesso della vecchina da montare sull’intelaiatura in ferro, chi confeziona gli abiti con stoffe e lenzuola di casa, chi fissa il pupazzo al rimorchio del trattore, chi realizza gli attrezzi per allestire il carro. Un anno la Vecia è rappresentata mentre fa la polenta, quello dopo mentre raccoglie le castagne, quello dopo ancora mentre taglia l’erba con la falce.

La festa è lunga un giorno. Nel pomeriggio bambini e ragazzi del paese, in abiti tradizionali, sfilano per le vie del paese con il carro della Vecia e alle varie tappe si esibiscono nei balli tradizionali dei Balarì, gli eleganti ballerini del Carnevale di Bagolino.

Giunti al campo sportivo il gran finale: la Vecia viene data alle fiamme. Attorno al fuoco decine e decine di persone si cimentano nell’Ariosa, altro ballo del carnevale che fu. La suggestiva “notte dei fuochi” di Lodrone si chiude davanti al piatto tipico, polenta carbonera e verza, preparata dalla Pro Loco di Lodrone.

Ci teniamo molto a mantenere in vita questa tradizione“, ci dicono dalla Pro Loco di Lodrone. “Per noi di Lodrone è un momento di aggregazione molto sentito, una delle ultime tradizioni rimaste, che non vogliamo vada perduta“.

Il Rogo della Vecia, una piccola scintilla che mantiene viva la comunità.

ph: Pro Loco Lodrone