N’contramarzo è un’antica tradizione della Bassa Valsugana e del Tesino. Tra fine febbraio e inizio marzo, grandi e piccoli, suonano i campanacci per propiziare l’arrivo della primavera e la nascita di nuovi amori.
E’ il 28 febbraio. Le prime ombre della sera si allungano sui prati del mio paese, Torcegno.
Ma un che d’improvviso spezza il tranquillo silenzio delle campagne: una rumorosa sinfonia di campanacci e campanelle. Giusto, è ‘Ncontramarzo!
Subito partono i ricordi dei miei 10 anni, quando, con gli amici di una vita, andavamo in giro per pomeriggi interi a far scorribande, con i campanacci legati in vita, che scuotevamo fino ad aver male alle braccia. Era una questione d’orgoglio suonare più forte di tutti!
I nostri genitori avevano fatto così e anche i nostri nonni.
Non ci siamo mai chiesti il perché di questa cosa, lo abbiamo fatto e basta. Tanto al massimo ci avrebbero risposto che ‘serviva per far crescere l’erba’.
Ecco questo è (il mio) ‘Ncontramarzo.
‘Ncontramarzo ieri
La tradizione della Bassa Valsugana, tramandata di padre in figlio e di nonno in nipote, racconta che, gli anni che furono, gli ultimi due giorni di febbraio e il 1° marzo (il Trato Marzo) orde di instancabili ragazzini percorrevano in lungo e in largo prati, masi e stradine per ‘fare fracasso’. Armati di ‘bronzine’, i campanacci delle mucche dal suono squillante e argentino, i ragazzi salutavano così l’inverno e accoglievano il risveglio della natura.
Partendo da questa base comune, i paesi del Tesino hanno introdotto un elemento caratteristico, ‘più romantico’. La primavera è la stagione degli amori: quale migliore occasione per ‘’ndar a maridar’?
A Cinte Tesino, durante il consueto giro armati di campanacci e campanelle, si proponevano a gran voce ‘fidanzamenti’ più o meno veritieri tra ragazzi e ragazze da sposare, che magari si erano corteggiati durante il periodo invernale.
Armati di ‘bronzine’, i campanacci delle mucche dal suono squillante e argentino, i ragazzi salutavano così l’inverno e accoglievano il risveglio della natura.
Non sempre però andava così bene…
In una sorta di provocazione bella e buona si ‘lanciavano’ accoppiamenti tra due persone che non si sopportavano o tra vedovi, proponendo loro qualcosa di piccante.
I ragazzi andavano sotto le finestre degli interessati cantando una filastrocca e facendo una scampanata. Se gli accoppiamenti erano graditi, si potevano ricevere caramelle e dolcetti dalle finestre, ma se qualcuno si era offeso ti chiudeva la finestra in faccia.
Solo in casi estremi, ti arrivava in testa una secchiata d’acqua…
‘Ncontramarzo oggi
Nel corso degli anni la tradizione del ‘Ncontramarzo è rimasta in molti paesi, anche se con alcune variazioni rispetto al passato.
Quest’anno, a Torcegno, il 28 febbraio all’imbrunire, agguerrite squadriglie di bambini, genitori e nonni, hanno percorso le strade del paese chiamando la primavera, armati di ‘bronzine’ e campanelli di famiglia o prestati dai contadini della zona. Si segue ‘in branco disordinato’ la sfilata aperta dalla camionetta dei vigili del fuoco, si suona, si chiacchiera, si gusta il thè caldo degli alpini e intanto ci si sente un po’ più comunità.
A Ronchi Valsugana sono invece i bambini della scuola materna con le loro insegnanti i piccoli custodi del ‘Ncontramarzo: hanno chiamato alle armi i paesani per suonare i campanacci e le associazioni per avere un piccolo aiuto organizzativo.
E poi altri appuntamenti simili si sono avuti a Telve di Sopra, Carzano, Spera e Bieno.
Alcuni abitanti di Bieno ci hanno raccontato che quest’anno, per risvegliare la primavera che ‘ha il sonno pesante’, non sono bastati i campanacci, ma si è ricorsi a coperchi, pentole, barattoli e tutto quello che fa rumore. Avrà funzionato?
A Cinte Tesino, la Pro Loco ha guidato l’eterogenea ‘armata’ degli adepti del ‘Ncontramarzo, che con i soliti rumorosi campanacci, coperchi e racole, hanno suonato per le vie del paese e, sprezzanti del pericolo, hanno maritato i single del paese.
I volontari della Pro Loco hanno tirato un sospiro di sollievo perché quest’anno i Cintesi dalle finestre hanno lanciato solo dolcetti… Accoppiamenti amorosi azzeccati quindi!
Nella vicina Castello Tesino la tradizione funziona ancora alla ‘moda tesina’, occupando ben due giorni, uno per percorrere la parte alta del paese, uno per la parte bassa.
Una tradizione antica può davvero attraversare i secoli e creare piccoli ponti tra di noi, facendoci tornare per un giorno bambini, al suono dei campanacci e delle risate un po’ beffarde del ‘ndar a maridar’.


ph: Pro Loco Cinte Tesino e Comune di Torcegno
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