Amici lontani ma così vicini  

Le amicizie nascono spesso modo inaspettato. Quella tra le comunità di Drena e Dro e di Manoppello in Abruzzo prende vita da una pagina di storia condivisa.

Spesso l’amicizia nasce in modo del tutto inaspettato. A volte basta la pagina di un libro.

Come è successo tra le comunità di Drena e Dro in Trentino e quella di Manoppello in Abruzzo. Il tutto per un frammento di passato comune.

Ma andiamo con ordine.

8 agosto1956: nella miniera di carbone di Bois du Cazier a Marcinelle, in Belgio, si sviluppa un disastroso incendio. Perdono la vita 262 minatori, di cui 136 italiani. 22 di loro sono originari di Manoppello, in Abruzzo, e uno è trentino: si tratta di Primo Leonardelli di Viarago di Pergine.

(anno?) La scrittrice Vilma Calzà decide di dedicare alla storia degli immigrati italiani nelle miniere del Belgio un libro, “Vite di Miniera”, supportata con entusiasmo dalla Pro Loco Sant’Antonio di Dro. Al suo interno, un capitolo racconta proprio dei minatori di Manoppello.

Ecco quindi i primi contatti con il Comune e la Pro Loco di Manoppello, alcuni scambi di informazioni e poi scatta anche l’occasione per conoscersi di persona.

Un momento della commemorazione delle vittime del disastro di Marcinelle

Un viaggio di amicizia

8 agosto 2023: una delegazione di Dro e Drena partecipa per la prima volta alla commemorazione a Manoppello per le vittime della tragedia di Marcinelle.

“Siamo andati anche noi per ricordare i fatti” racconta Sebastiano Matteotti, presidente della Pro Loco Sant’Antonio di Dro. “I chilometri che ci separano sono tanti ma ci sembra di essere amici d’infanzia perché abbiamo un frammento comune di passato. Uno dei momenti più toccanti? La lettura dei nomi delle vittime abruzzesi e di quella trentine, ognuno seguito da un rintocco di campana.”

Nelle parole di Vilma Calzà ritroviamo un’altra “tappa” particolarmente significativa di questo viaggio nella memoria: “A Passolanciano l’Associazione “Minatori vittime del Bois du Cazier 08.08.56 Marcinelle” ha eretto un monumento dal significato particolare. 1035 metri di altitudine e definito “quota zero”. I 1035 metri indicano la profondità alla quale sono stati trovati gli ultimi resti umani… alcuni ancora non identificati.”

A Manoppello vivono ancora alcune mogli di questi minatori e poi ci sono i discendenti di tanti di loro, figli e nipoti, i cui ricordi si intrecciano con quelli degli amici trentini.

“Dopo il turno in miniera i lavoratori abruzzesi e trentini si ritrovavano a chiacchierare o suonare assieme”.

“Dopo l’incidente di Marcinelle i Belgi hanno iniziato a cambiare idea sugli Italiani.  Hanno capito che erano persone di valore e che con le loro fatiche sostenevano l’economia locale. Sono cambiate anche le condizioni di lavoro, prima sicuramente più difficili.”

Anche Sebastiano Matteotti è nipote di minatore: “Mia nonna ha superato le prime difficoltà della nuova vita in Belgio grazie ad alcune donne del Sud”.

Il futuro del progetto

L’amicizia tra queste comunità e le loro Pro Loco non si ferma qui anzi è lievito per nuove idee.

 Sebastiano Matteotti ci “svela in anteprima” i progetti per il futuro: “A novembre andremo a presentare il libro in Belgio, nelle sedi dei Circoli dell’Associazione Trentini nel mondo. Poi nella primavera del 2024 una delegazione di Manoppello verrà da noi: così potremo ufficializzare la nostra amicizia!”

È nostro dovere, morale e civile, insegnare alle nuove generazioni il rispetto e il mantenimento del ricordo del vissuto di coloro che ci hanno preceduto, nella bellezza del bene come nella crudeltà del male.

C’è poi l’impegno verso le nuove generazioni.

 “Vogliamo coinvolgere i giovani portando il progetto nelle classi. Il focus? Un tema attualissimo, quello dell’immigrazione. Anche i Trentini a loro tempo hanno dovuto abbandonare la loro terra per lavorare: all’inizio erano accolti solo per le loro braccia, solo le generazioni successive hanno ottenuto posti di rilievo”.  

In questa bella storia di amicizia, nata da un passato comune, c’è una “lezione” importante, che ritroviamo nelle parole di Vilma Calzà: “È nostro dovere, morale e civile, insegnare alle nuove generazioni il rispetto e il mantenimento del ricordo del vissuto di coloro che ci hanno preceduto, nella bellezza del bene come nella crudeltà del male.”

La pubblicazione “Vite di Miniera” di Vilma Calzà

ph: Pro Loco Sant’Antonio Dro, Comune di Manoppello, Pro Loco Manoppello